Cartilagine. Protegge, separa, ammortizza, lubrifica, sostiene queste sono solo alcune delle parole che ci vengono in mente quando pensiamo alla cartilagine. Ma vediamo più da vicino cos’è la cartilagine.
Cos’è la cartilagine?
La cartilagine articolare è un tessuto elastico, bianco e resistente che ricopre le superfici ossee che formano le articolazioni (come ginocchio, anca, caviglia, spalla). La sua funzione è quella di garantire una superficie di movimento più morbida e con attrito ridotto ai capi ossei e di proteggerli assorbendo parte dei carichi e delle tensioni a cui sono sottoposti. A causa di alcune patologie o eventi traumatici può venire danneggiata determinando un importante problematica per l’articolazione.
Quali sono le lesioni della cartilagine?
Le lesioni a suo carico possono essere localizzate (condropatia), distinguendosi in base alla localizzazione, alla profondità ed all’estensione oppure possono coinvolgere in maniera più estesa l’intera articolazione fino all’artrosi. È un tessuto che rappresenta un importante patrimonio per il nostro corpo al quale bisogna fare attenzione poiché non può rigenerarsi in maniera nativa ed efficace. Danni a suo carico possono determinare dolore, gonfiore o limitazione funzionale rendendo necessario il trattamento dell’articolazione interessata.
Quali cure?
Le cure da attuare potranno comprendere terapie fisiche, farmacologiche o trattamenti infiltrativi fino alla necessità di intervenire chirurgicamente. Per mantenere la cartilagine in buona salute è necessario mantenere uno stile di vita sano e attivo e seguire una corretta ed equilibrata alimentazione. Quando si sospetta di avere un problema alla cartilagine è necessario rivolgersi al più presto a un medico specialista ortopedico. Solo dopo una visita approfondita sarà possibile avere una diagnosi e di conseguenza le soluzioni terapeutiche più adeguate. Purtroppo, a causa dello scarso potere rigenerativo della cartilagine, le opzioni di tipo conservativo sono poche, tra queste citiamo il risparmio articolare e le terapie infiltrative che consentono di contenere il dolore, diminuire l’infiammazione e tentano di frenare il processo degenerativo in atto. I trattamenti chirurgici per la riparazione dei danni osteocondrali, oggi grazie alla medicina rigenerativa, si muovono principalmente in tre direzioni: riparare, sostituire e rigenerare. Per raggiungere questi obiettivi esistono vari trattamenti come l’inserimento di particolari scaffold (sostituti ossei) che mimano la struttura della matrice cartilaginea, l’innesto tissutale e gli innesti di cellule staminali autologhe.